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Il Ristorante Porta Venere

a Spello

Il ristorante offre una cucina tipica umbra dove la tradizione e la qualità fanno da protagoniste. Un posto dove il palato e la vista sono coccolati dai sapori locali e dalla bellezza della valle sulla quale si affaccia la terrazza di Porta Venere.

Il ristorante Porta Venere prende il suo nome dall’omonima porta urbica, di origine romana, che conduce al caratteristico borgo di Spello, sia per la posizione che detiene che per la sua architettura. Di fatti, per conservare la bellezza antica del luogo, la sua architettura, anche se moderna negli interni preserva ancora il tetto composto di volta a botte di mattoni.

 


Eventi e Cerimonie

a Spello

Ristorante Porta Venere rende unica la tua cerimonia!

Stufo del solito convenzionale ristorante? Cerchi qualcosa di caratteristico dove celebrare i tuoi momenti speciali? Ti viene in soccorso il Ristorante Porta Venere di Spello.

Esperienza pregressa nell’ organizzazione di cerimonie:

  • Battesimi
  • Matrimoni
  • Comunioni
  • Cresime
  • Lauree
  • Team Building
  • Conferenze

Pranzi Cene

Aperti tutti giorni dalle 12,20 alle 14:30 e dalle 19:20 alle 22:30, fatta eccezione del lunedì, il ristorante Porta Venere organizza cene per compleanni, festività, eventi aziendali e piccoli briefing.

La cucina paesana di Spello è tipicamente umbra: ricca e gustosa.

Il ristorante Porta Venere sceglie, da sempre, prodotti genuini  che garantiscono la giusta fragranza e gusto dei piatti. Sono tante le ricette umbre che il ristorante Porta Venere custodisce gelosamente per offrire piatti dal sapore deciso, stuzzicante ma avvolgente.

Beato Andrea Caccioli da Spello

Il Ristorante Porta Venere è la casa in cui ha vissuto
Beato Andrea Caccioli da Spello
Spello, 30 novembre 1194 – 3 giugno 1254
Nacque a Spello, in Umbria, il 30 novembre 1194. Nel 1216 venne ordinato sacerdote dal vescovo di Spoleto l’anno seguente diventò parroco di Spello. Presso il monastero delle Clarisse di Vallegloria incontrò Francesco di Assisi, che lo aveva da sempre affascinato. Quattro anni dopo decise di entrare nel convento di Santa Maria degli Angeli di Assisi, ricevendo da Francesco in persona il saio: era il primo parroco-sacerdote che diventava frate. Era presente alla morte del santo poverello nel 1226 come alla sua canonizzazione nel 1228. Nel 1233, inviato in Spagna al Capitolo dei frati di Soria, operò il miracolo che lo avrebbe fatto conoscere poi come «il santo delle acque»: fece smettere la siccità guidando la preghiera del popolo locale. Compì un miracolo simile anche per le clarisse di Vallegloria, che gli erano state affidate dalla stessa santa Chiara. Dal 1235 fu predicatore dell’Ordine nel Nord Italia e in Francia. Nel 1253 divenne guardiano del nuovo convento francescano di Spello, dove morì il 3 giugno 1254.